PRODURRE A KM ZERO? SÌ.
IL MODELLO DI BUSINESS
è basato sui seguenti dati di progetto
LA STRATEGIA DELLA FILIERA D’APPROVVIGIONAMENTO
Come previsto dalla normativa riguardo alla gestione e alla fruizione ottimale del patrimonio forestale, il materiale utilizzato, esclusivamente locale, verrà ritirato solo da fonti d’approvvigionamento autorizzate che operano nel pieno rispetto delle regole cogenti in loco.
Certificati di provenienza del materiale, diritti di taglio, accordi con gli operatori forestali e quant’altro dovesse essere richiesto sarà regolato secondo quanto prescritto dalle procedure FSC.
IL COMPLETAMENTO DELLA STRATEGIA DI FILIERA A KM ZERO
Orientamento e modernizzazione del settore agricolo (d.lgs. n. 228 del 5 marzo 2001)
Oltre alla trasformazione in pellet certificato dei tronchi che giungeranno nello stabilimento dai boschi della zona (entro 30 Km) ed alla vendita in zona, oltre alla lavorazione del cippato di ramaglie e potature che saranno trasformate in carbone vegetale, la filiera si completerà con:
interventi per incrementare nuove piantumazioni di arboricoltura da legno e di recupero e ripristino del bosco ceduo
azioni dirette ad agevolare il processo di sostituzione di vecchie caldaie: c’è l’esigenza di un processo di rottamazione di stufe, caldaie, camini, forni obsoleti, caratterizzati da forte emissione di particolato, con nuovi impianti che riducono fino al 70% tali limiti e fino al 50% i costi della bolletta energetica
I NUMERI GENERALI DEL PROGETTO
Coinvolgendo in primis il territorio, l’impresa richiederà l’occupazione diretta di almeno 4 operatori nelle diverse mansioni a cui aggiungere, per le operazioni boschive e per le azioni di adeguamento degli impianti termici di cui sarà agevolata la sostituzione (installatori | spazzacamini | tecnici certificatori), almeno altre 15/20 figure professionali, tra agroforestali, servizi termici e connessi.
Anche per questo l’iniziativa imprenditoriale, da noi fortemente voluta e supportata, rappresenta per l’intero territorio una base di ripartenza economica ed uno slancio produttivo significativo in grado di fungere da volano per ulteriori attività correlate o semplicemente stimolate dalla stessa.
Il Polo inoltre fungerà da incubatore per l’avvio di nuove imprese che vorranno radicarsi in zona contribuendo alla rinascita e promozione globale del territorio.
COME SI COMPONE L’INSTALLAZIONE
La fabbrica per la produzione di pellet e biochar, in fase di realizzazione nel Comune di Mornese, è costituita da tre distinte zone di lavorazione. Nello specifico:
il piazzale di ricevimento, stoccaggio e di prima lavorazione dei tronchi di legno
l’area coperta d’essiccazione e raffinazione del cippato per la produzione della segatura
l’area interna di produzione del pellet e confezionamento finale
Il piazzale
Composizione del fondo
riporto d’inerti, brecccia e ghiaia pressate
binari paralleli in metallo per l’appoggio delle cataste con fine corsa verticali di tenuta (testa /coda)
piattaforma con fondo cementizio nella zona di scortecciatura e stoccaggio momentaneo del cippato da cortecce per essiccazione
piattaforma con fondo cementizio nella zona di cippatura e stoccaggio del cippato per pellet
Elenco dei macchinari
piattaforma di pesatura per tronchi in ingresso
impianto di scortecciatura dei tronchi
caricatore gommato per scarico e movimentazione dei tronchi
pala gommata per la gestione del materiale cippato
Flusso operativo
I tronchi sezionati in lunghezze standard di 4,0 e 2,0 mt, consegnati direttamente dai vari fornitori/boscaioli, dopo la fase di pesatura in ingresso, vengono stoccati con l’utilizzo del caricatore in cataste da 20 mt*4mt, fino ad un’altezza massima di 3 mt e classificati per specie.
In una zona delimitata è alloggiato il sistema di scortecciatura dei tronchi dove gli stessi sono puliti e ricaricati nelle cataste dei tronchi pronti per la fase successiva di cippatura.
Da questa lavorazione si ricava la corteccia macinata che mischiata, tramite pala meccanica al cippato di ramaglia, sempre fornito dai boscaioli, costituisce il combustibile utilizzato per produrre l’energia termica destinata all’essiccazione del cippato per pellet. Questa miscela è stoccata sul piazzale in adiacenza della macchina di scortecciatura.
Mediamente ogni 20/30 gg., secondo la necessità, con l’ausilio di un terzista esterno, verrà effettuata la cippatura dei tronchi scortecciati per creare lo stock, accumulato in una zona delimitata del piazzale, in quantità necessaria a garantire la produzione per i giorni successivi.
Le movimentazioni dei tronchi sono fatte esclusivamente con caricatore forestale, mentre gli spostamenti dei vari cippati sono garantiti dall’utilizzo di una pala meccanica.
L’ area coperta d’ essiccazione e raffinazione del cippato per la produzione della segatura
Elenco macchinari
tramogge d’alimentazione della miscela di cippati al sistema termico Carbogen
carbogen – sistema per la produzione d’energia termica da destinare all’essiccazione
tramoggia d’alimentazione del cippato all’impianto d’essiccazione
impianto d’essiccazione
mulino raffinatore del cippato secco per la produzione di segatura
silo di stoccaggio della segatura pronta per la pellettizzazione
batteria filtrante di captazione delle polveri
Flusso operativo
Dal Carbogen, alimentato con la miscela di cippati e cortecce macinate, otteniamo tutta l’energia termica con cui sosteniamo l’essiccazione del cippato da destinare al pellet, grazie ad un processo di scambio all’interno delle camere d’essiccazione .
Da qui il materiale ormai secco è trasferito al mulino raffinatore dove è uniformato a segatura.
L’altro prodotto che otteniamo dal sistema è costituito dalla matrice carboniosa solida che è stoccata in appositi bigbags ermetici e destinato a specifiche applicazioni o smaltimento.
Dal mulino a martelli con trasporto pneumatico la segatura raggiunge il deposito che serve per alimentare le macchine del pellet.
In questa zona è posizionata la batteria filtrante per la captazione di tutte le polveri di lavorazione che una volta recuperate nella sua base vengono ridestinate alla fase di produzione del pellet.
Area interna di produzione del pellet e confezionamento finale
Elenco macchinari
sistema a fune intubato per il trasporto e l’alimentazione delle segature
macchine pellettizzatrici
sistema di raffreddamento e depolverizzazione del pellet
tramoggia di stoccaggio del pellet
stazione di pesatura ed insacco
Flusso operativo
Grazie al sistema intubato la segatura dal deposito raggiunge le macchine di produzione del pellet e le tiene costantemente alimentate garantendone la corretta funzionalità.
Dalle macchine il pellet è trasferito, con l’ausilio di nastri trasportatori, nell’impianto di raffreddamento / depolverizzazione dal quale, sempre con nastro trasportatore raggiunge la tramoggia di stoccaggio posta in alimentazione della stazione finale di pesatura ed insacco.
Con la pesa insaccatrice si conclude il ciclo produttivo ed otteniamo il sacco di pellet confezionato pronto per essere posto su bancale e consegnato al mercato.
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